lunedì 30 agosto 2010

domenica 15 agosto 2010

Mostra della Gizia gioielli dedicata al ricamo e merletto


UN RICAMO ANTICO PER UN GIOIELLO MODERNO



MOSTRA DEDICATA AL GIOIELLO, AL RICAMO E AL MERLETTO




La “Gizia gioielli” di Carmen Fantasia, ditta del sud pontino e precisamente di Gaeta, mette in mostra dal 18 al 22 Agosto 2010 presso il Museo Diocesano di Gaeta (LT), i propri gioielli caratterizzati dalla presenza in essi del ricamo in prezioso filo d’argento. Connubio perfetto tra due antichissime arti italiane, quella del ricamo realizzata con fili preziosi d’argento e quella orafa. La singolarità di questi pezzi si esprime nei ricami particolari che a volte hanno effetto tridimensionale, donando a chi li indossa la sensazione di vivere con essi, incastonati in metalli preziosi lavorati nelle fonderie aretine.


Grande appassionato dell’arte tessile e dell’arte ad ago è S.E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, Arcivescovo della diocesi di Gaeta che ha sostenuto e promosso la realizzazione di questo evento, presenzierà ed inaugurerà la mostra il 18 agosto alle ore 21,00, mettendo gentilmente a disposizione alcuni paramenti sacri personali e della cattedrale di Sant’Erasmo. S.E Fabio Bernardo già in passato ha mostrato grande interesse per le arti cosiddette “minori”, scrivendo una presentazione per il catalogo della mostra: “I tesori salvati di Montecassino – Antichi tessuti e paramenti sacri” (edito da Carsa Edizioni nel 2004).


Sarà presente anche Don Antonio Cairo, parroco della chiesa di San Nilo di Gaeta che insieme all’Arcivescovo Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, presenteranno il “Gioiello di San Nilo” creato per il millecentenario dalla nascita del Santo, dalla “Gizia gioielli”. Il gioiello, ispirato all’icona bizantina del santo ed adornato da un ricamo che richiama l’epoca in cui visse il santo, verrà esposto oltre che nei giorni della mostra presso il Museo Diocesano di Gaeta, anche nella chiesa di San Nilo per tutta la durata dei festeggiamenti e fino al 26 settembre 2010. Due copie del monile verranno donate, una al Museo Diocesano e l’altra alla parrocchia di San Nilo di Gaeta. In accordo con Don Antonio Cairo, parte del ricavato della vendita del gioiello verrà devoluto per scopi benefici a bambini e al finanziamento di progetti per il recupero giovanile.


In ottobre il gioiello di San Nilo verrà pubblicato sulla rivista “18 Karati Gold Fashion”, rivista internazionale di gioielleria, che viene distribuito in tutte le migliori gioiellerie italiane ed estere.



Scopo della mostra è quello di riportare un auge un artigianato quasi dimenticato, quello del ricamo con cui nei secoli passati, si sono adornati i più begli abiti di nobili famiglie e le più belle tavole conviviali.


Il secolo d’oro del merletto fatto a mano fu il XVI secolo, dove troviamo evidenti testimonianze nell’arte pittorica. Sulle preziose tele dell’epoca troviamo dei merletti dipinti con dovizia di particolari che ci mostrano tutta l’elaborazione e lo splendore di tali manufatti. Tra l’usura e gli strappi ne sono sopravvissuti molto pochi, ma alcuni sono conservati come reliquie nei più importanti musei del mondo. I ritratti di Van Dick hanno un grande valore storico documentativo, ci dimostrano le diverse tecniche adottate in quel tempo quando i merletti erano ad ago e a fuselli.


A dare testimonianza di questi manufatti, ancora perfettamente vivi nella loro realizzazione, sarà la presenza di alcune delle più rappresentative scuole di merletto e ricamo italiane: l’Accademia Merletti Cantù la cui presidente è la Dott.ssa Flavia Tagliabue, Merlettando Associazione Foresta Club di Cervaro il cui presidente è il Sig. Aldo Valente, Le magie del tombolo aquilano di Gioconda Pellegrini. Ulteriore ospite della mostra è la Signora Grazie Nerone con la sua arte pastorale in cui traspare la bellezza dei ricami sugli abiti dei personaggi.



Le detenute di Cantù per la veste del Papa


L’arte del Merletto ha radici consolidate in diverse parti d’Italia e la città di Cantù è un esempio tangibile di come tale arte abbia conservato intatti i valori e le tradizioni che hanno accompagnato questo importante settore dell’artigianato locale, ampliandone le prospettive e gli orizzonti.


L’Accademia Merletti di Cantù è molto conosciuta non solo in ambito locale e racchiude gli antichi valori che hanno formato questa tipica e antica lavorazione.


Nel corso di una riunione svoltasi presso il Municipio di Cantù, Rappresentanti dell’Istituzione Penitenziaria, delle Istituzioni pubbliche e private, del Terzo settore e del Volontariato hanno unito gli sforzi e le energie per dar vita ad una sperimentazione che per la casa Circondariale di Como già si presentava originale e innovativa. E’ ovvio che gli sforzi di tutti sono confluiti in un progetto articolato e strutturato, che non lasciasse nulla al caso, e che si basasse su solidi presupposti di partenza.


Il lavoro sinergico e la collaborazione dei vari attori coinvolti sono stati resi possibili dalla consolidata Istituzione Accademia Merletti che ha fornito tutti i supporti, in termini di consulenza, per l’avvio della sperimentazione. Non si trattava solo di lavoro, ma anche di laboratorio, di collegamento e interazione con il territorio, di apprendimento per le detenute di una professione spendibile sul mercato esterno, di creazione di un ambito ricco di stimoli e sollecitazioni. anche per sperimentare nuove e diverse modalità di comunicazione e relazione. E’ importante sottolineare che nella creazione del laboratorio è stata prestata oculata attenzione alla sfera delle relazioni umane e interpersonali e all’inserimento graduale di soggetti con problematiche di fragilità e debolezza psicologica per evitare discriminazioni e per incentivare i sistemi ergoterapici. I risultati raggiunti dimostreranno che detenute con problematiche importanti di tossicodipendenza e disagi personali ed esistenziali, nel laboratorio hanno trovato un ambito per percepirsi non escluse, ma protagoniste di un lavoro al quale iniziavano seriamente e serenamente ad appassionarsi.


Anche se i posti erano limitati nel numero, si è pensato che una iniziativa di tale portata non poteva essere trascurata. La qualità del lavoro, le possibilità di impiego all’esterno, l’apprendimento di una professione richiesta, l’originalità del prodotto sono stati tutti elementi qualificanti che hanno determinato l’avvio della sperimentazione con l’ideazione e costruzione del progetto.


Da questo lavoro ne è scaturita la realizzazione della veste che Papa Benedetto XVI ha indossato nella notte di natale del 2005:


….allo splendido merletto che costituisce la veste che Papa Ratzinger indosserà per la Messa di Natale 2005, hanno lavorato anche le mani di dieci detenute del carcere del Bassone che seguono il corso di merletto di Flavia Tagliabue, presidente dell’Accademia merletti di Cantù. Proprio le dieci detenute avevano espresso il desiderio di omaggiare il Pontefice con un fazzoletto realizzato appunto da loro. Grazie anche al tramite di suor Maria Letizia, il desiderio è diventato realtà, e il fazzoletto è diventato addirittura una veste. Un lavoro che ha visto impegnate giorno e notte le merlettaie dell’Accademia oltre alle dieci detenute. Una fatica però ricompensata dall’udienza in Vaticano, durante la quale è stato consegnato il prezioso dono al Pontefice.(L’articolo è apparso sul sito www.leduecitta.com)


( Da un comunicato stampa del Ministero della Giustizia, Roma, 19 dicembre 2005)


Uno stralcio del ricamo della veste del Papa, Benedetto XVI, indossato nella notte di natale del 2005 verrà esposto alla mostra.



Note di merito hanno anche le scuole di tombolo Merlettando Associazione foresta Club di Cervaro e Le Magie del Tombolo aquilano le quali entrambe hanno il merito di portare avanti progetti di formazione e diffusione circa l’arte del tombolo nei loro territori. Con loro si porterà avanti una proposta di progetto di riabilitazione all’interno dei carceri femminili in stretta collaborazione e sotto l’egida della Dott.ssa Tagliabue dell’Accademia Merletti di Cantù.